I bambini nelle stanze di un museo che cosa ci possono insegnare?

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Un’icona come Pablo Picasso ha affermato che è difficile restare artisti da grandi, ma che tutti i bambini sono talenti nati. Questo è il punto di partenza per capire che i più piccoli sono molto vicini alle forme di espressione.

La loro è un’età in cui la creatività è fortissima, un momento irripetibile per stimolarla con le opere dei grandi artisti, da un coloratissimo quadro astratto o di una complessa tavola del Rinascimento, i nostri musei ospitano migliaia di mostre a misura di bambino.

Visitare una galleria insieme ai più piccoli è un’occasione per vivere tempo di altissima qualità e offre un bagaglio di sensazioni pronte a seguirli fino alla vecchiaia.

La proposta del Mart

Nei musei italiani c’è attenzione per pubblico dei più piccoli e delle famiglie, come afferma Annalisa Casagrande, responsabile dell’area didattica del Mart di Rovereto, un ambiente family friendly, del circolo Family in Trentino, con visite per le famiglie, momenti esperienziali per interagire con le opere e un percorso per sedersi a terra e disegnare.

Le osservazioni dei bambini di fronte a un’opera sono incredibili, perché se vengono lasciati liberi di esprimersi, hanno punti di vista completamente diversi da quelli degli adulti e i piccolissimi, di fronte agli stimoli visivi possono imparare a meravigliarsi.

Ci sono opere vedere in un tempo breve per venire incontro ai loro orizzonti di attenzione. I genitori possono accompagnarli e assecondare l’interesse verso quelle che attirano l’attenzione.

Se da piccoli si viene esposti a stimoli, la forma mentale orientata verso l’arte ci seguirà da grandi. È importante far conoscere le opere e le storie già a casa con libri illustrati. Il sito Little Mart at Home e il percorso di lettura dedicato sono solo alcuni degli spunti.

I musei a Firenze

A Palazzo Strozzi a Firenze ci sono mostre di Donatello accanto a quelle dedicate a Jeff Koons. Per le famiglie, c’è un kit gratis in biglietteria o da stampare attraverso un link. Come riporta Irene Balzani responsabile del dipartimento educazione del museo, le opere parlano ai bambini e persino l’arte rinascimentale può essere il punto di partenza per raccontare storie e fare disegni.

Mimare le scene col corpo, far parlare i protagonisti sono solo esempi di come un’arte seriosa possa diventare un giocattolo intelligente in mano a un bambino con la mente elastica.

Negli spazi espositivi i bambini sono liberi di muoversi ed è più importante stimolare la loro fantasia con elementi curiosi e con approfondimenti. Nei kit ci sono gli strumenti il dialogo tra gli adulti e i bambini di fronte alle opere e per spunti.

Di fronte a un quadro non c’è una sola lettura da fare. Si devono assecondare i bisogni, perché è uno spazio libero. Anche i più piccoli non si annoiano, se l’arte è proposta e non imposta.

Le opere con il loro dettaglio portano lontano e attivano la fantasia e se un quadro non fa scattare la scintilla, basta spostarsi a quello dopo. Il museo è sempre aperto e ci si può tornare in seguito, proprio per creare un’abitudine piacevole

Il nuovo concetto museale è creare uno spazio dove le famiglie vogliano tornare anche solo per prendere un caffè, con una fruizione differente rispetto a quella che ci si aspetta. Sono le opere che fanno il resto.

I ragazzi vengono attirati dai colori, dalle forme e dalle dimensioni e la percezione che hanno di un’opera grande è differente rispetto a quella di un adulto, perché i bambini sono più piccoli.

Le didascalie per un pubblico in crescita, i percorsi mirati e le audioguide semplici, oltre che tablet e smartphone stanno cambiando il modo di vivere le gallerie.

Agli Uffizi, lo staff UffiziKids è a disposizione per aiutare le famiglie nei percorsi in autonomia, per scoprire come una pala d’altare rinascimentale nasconda un mondo fantastico, se l’immaginazione è lasciata a briglia sciolta.

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